La Spesa ai tempi del COVID-19: cosa mettere nel carrello?

 

Ebbene, nella solitudine di questo periodo sono tornata a scrivere un articolo.

Per farmi perdonare della mia assenza ho pensato a qualche cosa di utile, ovvero, una lista di alimenti precompilata per aiutarvi a fare una spesa bilanciata e corretta in questo periodo così difficile.

Compriamo molto più cibo di prima, ma non sempre in modo ragionato.

Ecco allora la mia lista di articoli indispensabili per un buon equilibrio nutrizionale, senza rinunciare a piatti buoni e gustosi!

Pasta (meglio se di grani antichi o, comunque, grani italiani)

Riso e polenta

Farro, cous cous, orzo e quinoa

Lenticchie/ceci/fagioli lessati (se avete problemi di gonfiore sceglieteli decorticati)

Salsa di pomodoro

Tonno in vetro

Sgombro/sarde in scatola al naturale

Affettati (crudo/bresaola/arrosto di tacchino – chiedete al banco di metterli sottovuoto – evitate invece gli affettati in vaschetta, molto più ricchi in conservanti)

Caffè / Tisane

Cacao amaro / Cioccolato fondente (70/80%)

Ricotta fresca di mucca o confezionata ( anche di capra)

Yogurt magro (greco) o intero biologico

Latte a lunga conservazione

Latte vegetale (controllate che non ci siano zuccheri fra gli ingredienti)

Radicchio e indivia (meglio della lattuga perché si possono consumare anche cotte, nel caso in cui vengano dimenticate in frigorifero!)

Minestrone surgelato

 Verdure surgelate

Uova biologiche (no.. non fanno male per il colesterolo!)

Wasa / Azzimo / Pane senza lievito (ottimo per la sua conservabilità)

Farina di tipo 1 e 2

Lievito (che facciamo non lo mettiamo il lievito?!)

Sacchetti per congelare (indispensabili qualora avanzasse qualcosa)

 Frutta (mele/arance/limoni/: la vitamina C è amica del nostro sistema immunitario!)

Kiwi e semi di chia (fondamentali per il benessere e regolarità del nostro intestino)

Frutta secca (mandorle/noci/nocciole/pistacchi/pinoli/anacardi: mi raccomando non salati e non pralinati – non fate i furbetti )

In questo tempo così surreale, per esporci (ed esporre gli altri) a una minore probabilità di rischiare il contagio da coronavirus, cerchiamo di uscire il minimo indispensabile.

Andare veloci e pianificare la nostra spesa, aiuta a fare meno coda e, soprattutto, a restare nel supermercato il minor tempo possibile.

Siamo tutti sotto stress e, con o senza mascherina, un sorriso a uno sconosciuto può essere un messaggio solidale (non dimenticate che i sorrisi veri si riconoscono dagli occhi). Più di tutti, però, dobbiamo sorridere, e possibilmente ringraziare, le commesse e i commessi che incontriamo alla cassa o nelle piccole botteghe… loro stanno lavorando per noi, esponendosi ogni giorno a un rischio di contagio enorme.

Stay grateful.

Stay safe.

 

Tipologie di magnesio: quale scegliere?

 

Il magnesio è un minerale indispensabile al nostro organismo e dalle molteplici proprietà. Il modo più semplice per assumerlo è seguire una dieta corretta e scegliere cibi che ne contengano quantità adeguate.

Questo minerale fondamentale è presente prevalentemente:

🔹 in spezie come ad esempio l’aneto

🔹nella frutta secca come noci, nocciole e mandorle

🔹nel cacao amaro

🔹in ortaggi a foglia verde come bietole e spinaci

🔹nei cereali integrali e nei semi di zucca e girasole.

Senti Ale, veniamo al sodo che io l’aneto non so nemmeno come è fatto, alla frutta secca sono allergica mentre le biete proprio non mi piacciono.

Se volessi integrarlo? Basta che in farmacia chieda del magnesio? 🤔🙄

Non proprio.

Il magnesio non è tutto uguale; andate a prendere il vostro integratore di magnesio e leggete fra gli ingredienti… vedrete che vicino al nome “magnesio” ci saranno anche altri termini “strani” come ossido, pidolato, citrato ecc.

Sai che a seconda della tipologia di magnesio che stai assumendo avrai un diverso assorbimento cellulare o, addirittura, una diversa funzionalità?

Proprio per questo è importante comprendere come si comportano queste sostanze e scegliere quella per noi più efficace.

💧 Cloruro di magnesio

Forma altamente biodisponibile, motivo per cui il corpo riesce ad assorbirne una grande quantità.

Utile in caso di problemi premestruali, disidratazione legata ad un’intensa attività fisica oppure legata a problemi intestinali.

💧 Magnesio citrato

Comunemente noto come Magnesio Supremo®.

E’ una tipologia di Magnesio con una buona biodisponibilità.

Il legame tra il magnesio e l’acido citrico crea un prodotto che è in grado di prevenire la formazione dell’acido lattico con relativi dolori muscolari post work out.

Utile anche per alcalinizzare le urine e per chi cerca anche un aiuto contro la stitichezza.

💧 Magnesio treonato

Ideale per la salute neurologica: aiuta a diminuire i sintomi di iperattività, depressione, ansia e migliora la memoria. Questa particolare formulazione può penetrare nella membrana mitocondriale ed aumentare i livelli di magnesio nel cervello.

Gli studi scientifici lo confermano.

💧  Magnesio pidolato

Il pidolato di magnesio è un sale organico in cui il magnesio è legato all’acido pidolico. Questa formulazione favorisce l’ingresso del minerale all’interno della cellula; grazie all’estrema rapidità di assorbimento il magnesio pidolato è indicato per chi fa sport, ha una carenza di questo minerale o sintomi come stanchezza e affaticamento.

💧 Magnesio glicerofosfato

Il magnesio glicerofosfato, rispetto ad altre forme di magnesio, viene veicolato più facilmente a livello delle terminazioni nervose e nelle cellule del sistema nervoso, attraversando senza difficoltà le membrane cellulari ed entrando velocemente in quei processi che portano alla produzione di energia.

È una delle forme maggiormente biodisponibili di magnesio.

💧  Magnesio ossido o idrossido di magnesio

Questa tipologia di magnesio ha biodisponibilità bassissima: solamente del 4%. Essendo poco assorbito, questa formulazione ha una forte azione lassativa.

💧 Magnesio carbonato

Il magnesio carbonato ha una bassissima biodisponibilità per l’organismo umano, viene utilizzato prevalentemente come antiacido.

💧 Magnesio solfato

Viene chiamato anche “sale inglese” e viene utilizzato per il suo effetto lassativo.

L’acqua Essenziale deve a questo specifico componente la sua azione.

💧 Magnesio stearato

Da evitare. Il magnesio stearato è un antiagglomerante.

Il Magnesio stearato viene ottenuto aggiungendo uno ione magnesio all’acido stearico. Purtroppo alcune ricerche hanno dimostrato che l’acido stearico sopprimelinfociti T: una componente fondamentale del nostro sistema immunitario.

Come potete vedere, il magnesio non è tutto uguale… 😌

Se quello di cui avevate bisogno era un integratore per alleviare le tensioni muscolari ma sulla vostra scatola di magnesio state leggendo “ossido di magnesio” o “magnesio carbonato”… ecco spiegata l’inefficacia dell’azione.

Per evitare di sprecare tempo (e soldi) guardate bene gli ingredienti, la giusta scelta può fare la differenza.

E sul vostro integratore di magnesio, cosa c’è scritto?

Vi auguro un buon inizio settimana,

Alessandra.

 

 

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Uova & colesterolo: quando il quanto diventa troppo?

 

La domanda di oggi è: quante uova si possono mangiare al giorno? 🍳

Ohhh, finalmente un articolo utile! Ma è vero o no che le uova fanno schizzare il colesterolo alle stelle? Nonna con il “polistirolo” a 300, come lo chiama lei, non si azzarda a toccarle perché in televisione hanno detto che fanno male… te che mi dici a riguardo?

Ti dico che la capisco, per decenni le uova sono state bistrattate e messe sul banco d’accusa: il motivo è semplice, le linee guida per una corretta alimentazione consigliano di non superare i 300 mg di colesterolo al giorno mentre un uovo di grandezza media ne contiene circa 180 mg.

Visto che, nel passato, il pensiero comune era che il colesterolo alimentare entrasse immediatamente in circolo ed aumentasse i livelli di colesterolo nel sangue, se 2+2 fa 4, ecco così spiegata la cattiva reputazione delle uova.

In realtà la questione colesterolo non è così semplice da spiegare.

Partiamo da un presupposto: Colesterolo ≠ Male. 

Il colesterolo non è solo il cattivo che ci fa venire l’aterosclerosi quando in eccesso; esso svolge una funzione molto importante nel nostro corpo: è una molecola strutturale essenziale per ogni membrana cellulare e fondamentale per la sintesi di alcuni ormoni.

Talmente importante che, anche se non riuscissimo ad introdurlo con la  dieta, il fegato ne produrrebbe abbastanza per soddisfare le nostre esigenze: più ne introduciamo con la dieta, meno ne produce il fegato; meno ne introduciamo con la dieta più ne produce il fegato.

Vero anche che dagli alimenti non ne assorbiamo più di un 15/20%.

Non a caso Emma Morano, la donna che fino al 15 aprile dello scorso anno deteneva il record di longevità con i suoi 117 annimangiava 3 uova al giorno e non aveva nessun colesterolo alto.

Stesso discorso per l’uomo di 88 anni che di uova al giorno ne mangiava 25.

Naturalmente, il modo in cui un individuo risponde al consumo estremo di uova non può essere esteso all’intera popolazione, ma è stato comunque un caso-studio che mi sembrava carino riportare.

Il colesterolo alto, ovvio, non è un problema che va sottovalutato; accanirsi sulle uova, però, non è la strategia giusta per abbassarlo tanto che anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) le ha scagionate.

📌 Uno studio del 2018 ha addirittura dimostrato una riduzione del rischio cardiovascolare con l’assunzione di 2 uova al giorno.

Il fatto è che le uova, oltre ad essere l’alimento proteico con il più alto valore biologico (ovvero le più complete da un punto di vista di aminoacidi essenziali) sono una buona fonte di numerosi nutrienti tra cui luteina e zeaxantina, potenti antiossidanti, che possono esercitare un effetto protettivo contro l’ossidazione delle lipoproteine – vero problema del rischio di colesterolo alto.

Arriviamo al dunque: se non avete calcoli alla colecisti, un fegato particolarmente grasso (andate a prendere l’ecografia e vedete se trovate scritto steatosico) o allergie all’uovo, dal mio punto di vista, ne potete consumare tranquillamente 5-6 la settimana (considerando la loro presenza anche nella pasta all’uovo e nei dolci fatti in casa).

Se volete aumentare l’introito proteico aumentate le quantità degli albumi (meno calorici e più proteici) – da consumarsi però solo previa cottura.

Lasciate stare vostro cugino che li beve crudi per migliorare la propria massa muscolare, sta bloccando l’assorbimento della Biotina, una vitamina del gruppo B.

Non dimentichiamo infine che non tutte le uova sono uguali. ☝ 🐔

E’ un po’ la stessa questione del latte, ricordi l’articolo sulle mucche felici?

Mucche felici, latte più buono.

Sul guscio dovete cercare la prima cifra del codice, questa fa riferimento alla tipologia di allevamento delle galline:

🐣 “0”: indica allevamento di tipo biologico, che utilizza mangimi e foraggi provenienti da agricoltura biologica e in cui gli animali razzolano liberamente all’aperto

🐣 “1”: indica allevamento all’aperto. In questo caso le galline possono girare libere per una parte della giornata e deporre le uova nei pagliericci oppure sul terreno in un ambiente esterno loro destinato

🐣 “2”: indica allevamento a terra. Gli animali si muovono liberamente in un ambiente chiuso e depongono le uova per terra, sulla lettiera o nei nidi

🐣 “3”: indica allevamento a batteria, o in gabbia. Qui non si ha alcuna libertà di movimento e le uova vengono deposte sul fondo della gabbia stessa

Se vuoi saperne di più riguardo i codici identificativi delle uova leggi qui: 👉 https://www.greenme.it/consumare/sai-cosa-compri/24822-codice-uova.

Le uova più sane sono quelle del contadino sotto casa o quelle certificate bio: molto più ricche di omega 3 ed importanti vitamine liposolubili come la vitamina D.

Prima di chiedersi QUANTE uova al giorno possiamo mangiare, cosa ben più importante sarebbe chiedersi QUALI uova andremo a mangiare.

Quality over Quantity. Sempre.

Buona Domenica,

Alessandra.

Sete d’estate: ecco 5 drink da evitare.

 

Ok che studio Studio Aperto non ha ancora mandato in onda il servizio con il vecchietto e la fontana ma, a quanto pare, l’estate è arrivata e con lei anche il diktat più inflazionato del momento: “Bevi di più”.

Si ma, BERE COSA? 🤔

Oggi vi riporto 5 drink da evitare per non attentare alla vostra linea (e salute).

🔹 Bevande al caffè: avete presente le creme di caffè, caffè al ginseng e tutte quelle cose extra zuccherate e super buone?

Magari meglio evitarle, soprattutto visto che un bicchierino di crema caffè arriva alle 247 Kcal per porzione.

🔹 Cocktail estivi schiumosi: margarita, piña colada, mojito, o chi più ne ha più ne metta.

Questo tipo di cocktail racchiudono una doppia dose di calorie a causa dell’alcool e dello zucchero – alcuni di questi sfiorano le 400 calorie!

Non che mi interessino troppo le calorie, ma, con 150 Kcal in più potreste farvi una carbonara… Just saying…🙄

Ricordi l’articolo sui cocktail diet friendly?

Alcol e dieta: esistono cocktail diet-friendly?

A questo punto molto meglio un bicchiere di vino bianco o spritz (60-100 calorie) o una birra leggera (circa 100 calorie).

🔹 Succhi di frutta

Le immagini spesso ingannano, fate attenzione ai numeri: controllate sempre la % di frutta in etichetta, a volte, più che frutta si rischia di bere acqua zuccherata.

🔹 Estratti

No dai Ale, ti sarai sbagliata… ho speso 300 Euro per quell’estrattore fichissimo che preserva tutte le vitamine della frutta, pure quelle che non ci stanno…come è possibile che adesso me lo nomini fra le cose da evitare!? 😰

Il problema in questo caso è proprio la frutta.

Su la mano quanti di voi, leggendo dei succhi di frutta, hanno pensato: “Si ma io ho l’estrattore ed il succo di frutta me lo faccio a casa con 2 mele 3 kiwi 1 ananas e 2 pesche, tiè… 100% frutta!”

Molto spesso facendo questi estratti di frutta se ne utilizza davvero troppa e, come diceva mia nonna, il troppo storpia.

Troppa frutta ➡ troppo fruttosio ➡ aumento glicemia, trigliceridi e problemi al fegato.

Molto meglio mettere una sola parte di frutta e due parti di verdura o diluire il succo con acqua per ridurne il quantitativo di zuccheri.

🔹 Bevande zuccherine gassate (e non).

Serve commentare?

Sì! Visto che come dicevano i latini repetita iuvant, lo ripetiamo: le bibite zuccherine, gassate o i tè confezionati dovrebbero essere eliminati dal proprio regime alimentare; senza di loro la dieta è di gran lunga mooolto più efficace.

La conferma è arrivata da uno studio pubblicato a marzo sull’American Journal of Clinical Nutrition.

Il problema principale delle bibite gassate è la presenza di zucchero: in una lattina ce ne sono dai 7 ai 9 cucchiaini a seconda della bevanda, davvero troppi direi.

Quando la temperatura si alza e il sole scotta, il nostro corpo ha ancor più bisogno di liquidi. In altre parole, dobbiamo bere molto.

Non voglio fare la solita guastafeste ma attenzione a fare le scelte giuste perché, soprattutto in estate, c´è bere e bere…

Buona estate! 🌞🌞🌞

Alessandra

Coffee lovers: quali rischi?

 

Oggi diamo una risposta ad una domanda che affligge milioni di caffeinomani nel mondo… bere troppo caffè, fa male?

Iniziamo dalle basi.

Cos’è?

La 1,3,7-trimetilxantina, meglio nota come caffeina (o teina), è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e senza il quale, a detta di molti, “non c’è vita”.

Ha effetti sul sistema nervoso centrale, sull’umore, sul metabolismo e sulle prestazioni mentali e fisiche, soprattutto se si parla di sport di resistenza.

Quanto caffè possiamo bere?

Mediamente la dose giornaliera di caffeina non dovrebbe superare i 300/400 mg, quantitativo che corrisponde a circa 4-5 caffè.

In soggetti ipertesi, cardiopatici, ansiosi, nelle donne in gravidanza, la dose si riduce a circa 200 mg. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione che la caffeina non si trova solo nel caffè: è contenuta anche nel tè, cacao, cola, guaranà, mate e bevande energizzanti.

  • 1 tazza di espresso ne contiene 80 mg
  • 1 lattina di energy drink (250 ml) 80 mg
  • 1 tazza di tè 60 mg (variabile a seconda del tè)
  • 1 tazza di caffè solubile 57 mg
  • 1 lattina di Cola (330 ml) 45 mg

Effetti collaterali da abuso, ne abbiamo?

❗Crea dipendenza

Sapevi che al consumo di caffè sono legati effetti simili a sostanze che danno dipendenza?

Yes man. Il caffè fa parte dello stesso gruppo di sostanze cui appartengono la nicotina e della cocaina ma, thank God, è assai meno nocivo.

Quando si assume molto caffè, la tolleranza nei confronti della sostanza aumenta e questo fa sì che, per ottenere gli stessi effetti, si senta il bisogno di aumentarne le dosi.

❗Ti stressa

Se hai alti livelli di cortisolo (il famoso ormone dello stress), bere troppo caffè non aiuta.

In uno studio del 2008  difatti, i ricercatori scoprirono che 800 mg di caffeina contribuivano ad aumentare i livelli di cortisolo fino al 52%. 😱

Non poco direi.

❗Problematiche gastro-intestinali

La caffeina aumenta la motilità intestinale ma peggiora la gastrite ed il reflusso gastroesofageo.

Da evitare soprattutto a stomaco vuoto.

In caso di anemia, cosa buona e giusta sarebbe quella di non bere caffè immediatamente prima o dopo i pasti; questo per far sì che i tannini non interferiscano con l’assorbimento del ferro.

❗Morte

Andiamo sul tragico.

La caffeina, come ogni molecola, ha una dose tossica e letale.

Dose facilmente superabile mediante integratori, polveri e polverine chimiche  ma difficilmente raggiungibile con i soli alimenti.

E’ davvero difficile sapere con precisione la quantità di caffeina “letale”; questo perché il suo livello di tolleranza è molto soggettivo: le donne sono molto più sensibili alla caffeina rispetto agli uomini mentre i giovani hanno una tolleranza ridotta rispetto agli adulti.

Se siete coffee addicted e volete calcolare la vostra dose letale di caffeina, you know, just in case, ecco qui il link.

❗Squalifica per doping

In virtù dei suoi effetti ergogenici – senza parlare “strano” chiarisco che viene definito aiuto ergogenico ogni fattore esterno in grado di determinare un miglioramento delle performance fisiche– la caffeina NON può essere assunta liberamente dagli atleti.

Le autorità antidoping hanno infatti fissato dei limiti di assunzione, oltre i quali l’utilizzo di questa sostanza viene considerato doping e, come tale, punito con la squalifica dell’atleta.

Quindi, miei cari atleti caffeinomani, attenti a non far trovare nelle urine  una concentrazione di caffeina superiore  ai 0.012 mg/ml.

Difficile stabilire in maniera certa quale sia la dose di caffè che consente di raggiungere tale livello; quindi, per sicurezza, meglio non ingerire più di 5/6 tazzine di caffè espresso nelle 3 ore precedenti la prestazione sportiva.

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Got it?

Ok che il caffè è ricco di polifenoli, antiossidanti, tiene svegli e stimola il metabolismo…ma come tutte le cose, avevano ragione gli antichi:

“ in medio stat virtus”.

 

Buona giornata,

Alessandra

 

 

 

 

Vuoi dimagrire? Evita questi 6 errori.

 

Parliamoci chiaro. Quando non si riesce a dimagrire, non esiste un unico responsabile. Mai.

Non ci sono diete miracolose, beveroni magici o scorciatoie per arrivare ad obiettivi salutari e duraturi.

Nel corso degli ultimi 15 giorni sono stato a dieta; quanto ho perso? 15 giorni.
[Mark Twain]

Visto però che la dieta, più che uno strumento di tortura cinese, dovrebbe essere uno stile di vita; se fino ad oggi non sei riuscito a perseguire i tuoi intenti, forse, anziché diventare respirariano (uomo che si ciba di sola aria), ti conviene controllare che tu non stia facendo uno di questi errori.

Se comprendi i veri motivi per cui non sei in grado di mantenere la coerenza e costanza, probabilmente, sbloccherai la tua capacità di far bene una volta per tutte.

 ⛔️ Non rendersi responsabile.

 Inutile incolpare, le feste, cene fuori, comunioni, pranzi, matrimoni o la dieta che abbiamo seguito al 30%.

Senza autocontrollo ci ritroviamo in balia degli eventi e dei nostri peggiori impulsi.

Alle persone non manca la forza, diceva Victor Hugo, manca la volontà.

Visto che la consapevolezza senza azione è inutile; in questo articolo tratto da Efficacemente, un blog di crescita personale, troverai 3 strategie per resistere alle tentazioni ed esercitare la tua forza di volontà.

Autocontrollo. 3 tecniche per sviluppare una volontà d’acciaio

⛔️ Personalizzare. 

Quando nel tuo piano alimentare trovi crocchette di quinoa e ceci con alga dulse o chips di cavolo nero al forno ma te parti alle 7 di mattina e torni alle 9 di sera; non meravigliarti se dopo una settimana butti tutto nel cestino… quinoa, cavolo nero e dieta.

In questo caso il problema non è nella forza di volontà quanto più nel non aver trovato uno stile alimentare adatto a te o alle tue esigenze.

Chiedi delle modifiche al tuo dietologo o nutrizionista, saprà di certo consigliarti al meglio.

⛔️ Tendere alla mummificazione. 

Quello che si beve è importante tanto quello che si mangia.

Considerando che il 75% di noi cammina in uno stato cronicamente disidratato ed in molti sopperiscono allo stimolo della sete mangiando… va da sé che una buona idratazione è fondamentale sotto molti punti di vista.

⛔️ Arenarsi sul divano. 

L’allenamento dovrebbe essere una pietra miliare alla base di ogni dimagrimento.

Muoversi a caso non è abbastanza: l’allenamento andrebbe personalizzato onde evitare problematiche muscolo-scheletriche e volto al miglioramento del tono muscolare.

Non dimenticare che incrementare la nostra massa muscolare vuol dire aumentare il nostro dispendio calorico quotidiano.

Ricordi l’articolo sulle diete lampo??

Inutile lamentarsi di un metabolismo “bloccato” quando non alziamo un dito per migliorare la nostra condizione. Inutile anche, dal mio punto di vista, cercare un dimagrimento quando la nostra massa muscolare è paragonabile a quella di un criceto.

⛔️ Abusare. 

Che le noci, mandorle e grassi buoni facciano bene per la nostra salute lo dicono tutti; lo dico anche io, ma vanno utilizzati con moderazione.

Non possiamo pensare di affogare l’insalata nell’olio di casa, mangiare un pugno di mandorle caramellate o 15 noci a colazione e confidare che anche la bilancia comprenderà le nostre buone intenzioni.

È vero che sono cibi sani, ricchi di vitamina E, omega 3 e acidi grassi buoni, ma abusarne non ci renderà magri.

In medio stat virtus, dicevano i saggi.

Visto che questo è un errore comune, fai attenzione alle quantità, soprattutto se dimagrire è in cima alla tua lista dei tuoi obiettivi.

 ⛔️ Ripetersi. 

Infine, devi in ​​qualche modo rendere questo tentativo diverso dall’ultima volta.

Comprendi i tuoi errori, fatti aiutare da uno specialista e cerca di non cadere nelle stesse trappole. 

“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.”-  [Einstein]

Smettila di scaricare le tue responsabilità in mano ad altri, di considerare le ripetute su divano come un allenamento ed inizia a focalizzarti sul processo; rimarrai stupito di ciò che riuscirai a realizzare.

Ti auguro uno splendido 2018.

A presto,

Alessandra.

Omega 3 & Integratori: scelta inutile o necessaria?

 

In uno degli scorsi articoli abbiamo parlato dell’importanza degli Omega 3; i famosi acidi grassi dalle mille proprietà salutistiche che troviamo principalmente nei pesci grassi e frutta secca.

Ale, ti dico la verità, io il pesce non lo so cucinare, per non parlare delle spine che le odio… però, visto che, come dici tu, fa così bene, se mangiassi tutti i giorni scatolette di tonno o salmone affumicato, non avrei bisogno di prendere alcun integratore; giusto?

Ehm, andiamo per gradi…

  • Attenzione alla QUALITA’

Visto che sono gli omega 3 quello che stiamo cercando, e non i metalli pesanti, dovremmo stare attenti al pesce che finisce sulle nostre tavole.

Sfatiamo un mito.

I pesci non producono da soli gli omega 3; li assorbono dalle microalghe o dagli animali di cui si cibano e li accumulano progressivamente nei loro tessuti.

A proposito di alimentazione: i salmoni selvaggi si nutrono di krill (termine che include specie diverse come flora e fauna marina oltre a crostacei invertebrati), al contrario, i salmoni d’allevamento vengono spesso nutriti con mangime ricco di proteine animali e cereali.

Quindi, se il pesce nel nostro piatto è d’allevamento, di grande taglia e di scarsa qualità, forse, è probabile che più che omega 3 stiamo assumendo mercurio.

Mentre il salmone di allevamento (fresco) ha un prezzo intorno ai 9 euro, quello selvatico, non a caso, arriva anche a 40 euro. Se poi lo vogliamo selvaggio ed affumicato, allora il prezzo può salire fino ai 150 euro al chilo.

E le fonti vegetali? Non apportano comunque omega 3 senza incorrere nel rischio di contaminanti?

  • Fonti animali VS vegetali

Yes man, vero…L’organismo umano può sintetizzare gli omega 3 (EPA e DHA) partendo anche da un omega 3 precursore, come ad esempio l’acido alfa linolenico (ALA), abbondante in diversi alimenti vegetali (noci, soia, semi di lino, olio di semi di lino ecc.).

Purtroppo però, questo acido alfa linolenico non sempre viene convertito in EPA e DHA. Chi è vegetariano o vegano potrebbe quindi incorrere in una carenza per una conversione non sempre efficiente.

Considera anche che la verdura coltivata contiene meno omega-3 rispetto alle piante presenti in natura.

Quindi, ricapitolando, fermo restando che esistono delle indicazioni mediche all’assunzione farmacologica degli omega 3, come dobbiamo comportarci? Questi integratori, servono o non servono?

L’atteggiamento scientificamente corretto sarebbe quello di garantire un adeguato apporto di acidi grassi omega 3 con una dieta equilibrata e di qualità.

[Ma va’, direte voi..]

Tuttavia, se questo non fosse possibile per i motivi di cui sopra o se non vogliamo aprire un mutuo per soddisfare il fabbisogno quotidiano di omega 3, in questo caso, forse, l’integrazione potrebbe essere utile.

L’Importante è parlarne prima con il proprio medico, soprattutto in casi come gravidanze, condizioni patologiche accertate, assunzione di medicinali che influenzano la coagulazione del sangue, allergie al pesce o se state programmando un’operazione.

Chiedete sempre consiglio al vostro medico o a chi di riguardo.

In più, se doveste decidere di ricorrere alla supplementazione, mi raccomando, non scegliete quelli del supermercato a 5,90 Euro.

Gli omega 3 devono essere ultra puri e certificati, es. certificazione IFOS.

Last but not least, vi lascio con una triste verità: non troveremo negli integratori di omega 3 la panacea di tutti i mali. Possono aiutare in molti casi, è vero, ma per star bene dovremmo prima di tutto cambiare il nostro stile di vita, muoverci di più e mangiare meglio. 

Gli integratori possono essere i migliori del mondo, ma da soli, fanno poco.

That’s it.

Buona serata,

Alessandra

 

 

 

Legumi: gonfiori, problematiche, varie ed eventuali…

 

In uno degli scorsi articoli abbiamo parlato di legumi

Oltre a costituire una riserva di proteine sono un’ottima fonte alimentare di fibra, favoriscono il senso di sazietà, riducono l’assorbimento di colesterolo, zuccheri e grassi, sono ricchi di antiossidanti ed eccellenti fonti di vitamine del gruppo B.

Senti Ale, è tutto molto bello e faranno pure benissimo questi legumi ma io te lo dico chiaramente… vado sempre di corsa e non ho tempo per metterli in ammollo e/o cucinarli. Per non parlare del fatto che mi gonfio come un palloncino. Quindi, che si fa?

Partiamo dal lato pratico: Legumi in scatola si, legumi in scatola no?

Se l’alternativa è non mangiarli affatto, why not? Basta fare un po’ di attenzione con le etichette. Scegliere quelli in barattolo di vetro, evitare quelli con aggiunta di sale, zucchero, additivi o conservanti.

Insomma, evitare quelli con la lista degli ingredienti troppo lunga.

Se invece di legumi in scatola non volete proprio sentirne parlare, puntate alla pianificazione.

I legumi, una volta cotti, possono essere congelati in porzioni più piccole o conservati in frigorifero.

Congelati si conservano 3 mesi mentre la conservazione in frigorifero è di 5 giorni al massimo.

Per cui, se il vostro problema è il tempo, approfittate del week end per prepararvi alla settimana.

Ok ok, va bene Ale, ho capito, mi devo organizzare; comunque, è vero che tutte le sostanze nutrienti che contengono, in effetti, non si assorbirebbero poi così tanto? Cos’è che hanno? Gli anti-qualcosa….

Gli anti-nutrienti: sono composti che ostacolano l’assorbimento dei nutrienti essenziali e minerali da parte dell’organismo umano come ad esempio lo zinco, il magnesio e il ferro.

Per la maggior parte delle persone, gli anti nutrienti non rappresentano in genere una grande preoccupazione, ma, visto che nella vita è tutta una questione di punti di vista, potrebbero diventare pericolosi nei casi di malnutrizione o in coloro che basano la loro dieta quasi esclusivamente su cereali e legumi.

Le perdite di minerali sono relativamente basse, parliamo di un 20% circa in media, ma capisco che se stai particolarmente attento alla dieta, oppure ti senti in qualche modo “a rischio”, anche quel numero fa la differenza.

Tra i principali anti nutrienti abbiamo:

🔹fitati ed acido fitico

🔹tannini

🔹lecitina

🔹ossalati di calcio

Il primo ostacolo all’assorbimento dei nutrienti nei legumi sembrerebbe essere rappresentato proprio dall’acido fitico, un “temibile” composto ricco di fosforo che bloccherebbe completamente l’assimilazione di ferro e ridurrebbe la capacità di assorbire calcio e magnesio.

Visto che la maggior parte di queste sostanze sono inattivate dall’ammollo (in acqua fredda e senza bicarbonato), il segreto sta nel cambiare spesso l’acqua.

Tornando al ferro invece, per incrementarne l’assorbimento dai prodotti vegetali, possiamo sfruttare la vitamina C. Questa vitamina, di per sé già molto importante per la salute, è in grado di migliorarne l’assorbimento da parte del nostro corpo.

Sarà quindi sufficiente condire le verdure, l’insalata ed i legumi con del succo di limone, ricco appunto in vitamina C o, in alternativa, bere durante il pasto una spremuta di arance o del succo di limone in acqua.

Gli anti nutrienti, in tutto questo, non sono sempre i “bad guys” da tenere alla larga. In alcune circostanze, anti nutrienti come fitati e tannini svolgono anche effetti benefici sulla salute.

In particolare, i tannini, noti per le loro proprietà antiossidanti, aiutano a contrastare i radicali liberi mentre l’acido fitico sembrerebbe addirittura avere un ruolo protettivo nei confronti del cancro al colon.

E per quanto riguarda il gonfiore? 🤔

La colpa è degli oligosaccaridi, delle sostanze indigeribili che quando arrivano al colon, l’ultima parte dell’intestino, richiamo acqua e sono fermentati dai batteri producendo maggiori quantità di gas.

Poiché le sostanze responsabili dei disturbi digestivi sono contenute soprattutto nella buccia, puoi optare per i legumi decorticati o farine di legumi.

Il consiglio è quello di consumarli in maniera regolare e a piccole dosi masticandoli bene o passarli mediante l’ausilio del passaverdure.

Altro suggerimento potrebbe essere quello di aggiungere all’acqua di cottura un paio di cm di alga Kombu, (si trova facilmente nei negozi bio): accelerando il tempo di cottura ne limiterà la fermentazione intestinale ed arricchirà il brodo di cottura di sali minerali.

Se invece vogliamo giocare in casa, potremmo aggiungere qualche fogliolina di alloro in cottura o alcune erbe a freddo come ad esempio semi di finocchietto, cumino, malva, aneto, coriandolo, origano, menta, che, allo stesso modo, sono degli ottimi anti fermentativi.

Se fino ad oggi non avete mai utilizzato i legumi per difficoltà digestive o mancanza di tempo, con qualche piccolo accorgimento, potreste provare a cambiare le vostre abitudini ed arricchire la vostra alimentazione.

Come diceva Hopper, La frase più pericolosa in assoluto è: Abbiamo sempre fatto così.

Buona serata,

Alessandra.

 

 

 

Hamburger, cosa c’è dentro?

 

Quante volte guardando un panino dei Fast Food vi sarete chiesti: “Che ci sarà mai qui dentro?”🙄🙄🙄

Tante, immagino…

Si presume che la maggior parte degli hamburger sia composta principalmente da carne. O perlomeno, si spera.

La scienza ci viene finalmente in aiuto. In questo studio del 2008, 3 scienziati americani si sono procurati 8 diversi tipi di hamburger e ne hanno valutato il contenuto utilizzando metodi istologici.

Volete sapere quali sono stati i risultati?

Anche se molti preferirebbero rimanere nella socratica “dotta ignoranza – so di non sapere”, per i più temerari eccoli qui:

  • Molta acqua.

Il contenuto medio di acqua rispetto al peso è risultato essere del 49%.

  • Poca carne.

Gli Hamburger dei fast food sembrerebbero essere costituiti da poca carne, in media il 12,1%. Cioè…il 12,1%! 😱

  • Varie ed eventuali.

Nei diversi Hamburger analizzati sono state riscontrate anche ossa, cartilagini e materiale vegetale. 😱😱😱

Il costo per grammo di hamburger variava da $ 0.02 a $ 0.16 e non correlava assolutamente con il contenuto di carne.

In due hamburger, tra quelli analizzati erano presenti addirittura dei parassiti chiamati Sarcocisti, classificati dal dizionario Treccani come Protozoi Apicomplessi Coccidi Eucoccidioridi Sarcocistidi.

[Un nome una garanzia.]

Ovvero, parassiti obbligati di Mammiferi e, più di rado, di Uccelli che possono talora infettare anche l’uomo.

Un altro studio, considerando i 100 miliardi di hamburger a base di carni bovine vendute da McDonald’s in tutto il mondo ne ha investigato l’impatto a livello salutistico.

La conclusione?

Se proprio volete un hamburger della grande distribuzione meglio quello vegetale!

Rispetto l’alternativa vegetale, gli hamburger di carne sembrerebbero apportare in più, in media, 1,2 miliardi di chili di grassi, di cui saturi 550 milioni.

Non male per essere una società in cui l’obesità si appresta a divenire una vera e propria pandemia.

La composizione nutrizionale del hamburger di carne di manzo e del McVeggie sono state ottenute dal sito di McDonald’s.

Se volete divertirvi, trovate tutti i valori nutrizionali dei loro prodotti qui.

Si Ale, vabbè quindi? Dopo il terrorismo psicologico gratuito di oggi la conclusione mi pare ovvia, sei come tutti i nutrizionisti bacchettoni, niente hamburger niente questo, niente quell’altro… Mai una gioia insomma.

La soluzione non è la privazione. La soluzione è quella di fare una scelta di qualità.

Se decidete di mangiare un hamburger di manzo fate che sia di buona qualità, meglio se grass fed, ovvero cresciuto al pascolo, e cercate di non acquistare quelli della grande distribuzione..

Se poi avete voglia si sperimentare e farvelo HomeMade, vi ripropongo l’articolo di qualche mese fa sul panino ideale.. Se vi è sfuggito ecco il link. 👈

Se un panino con della carne in alcuni casi, costa solo 1 Euro… un motivo, ci sarà.

[E scommetto che la generosità non è in cima alle priorities delle grandi aziende.]

Il problema è che spesso, nel momento in cui ci accingiamo a fare un acquisto, l’unico indicatore di riferimento che consideriamo è il prezzo.

Spesso ci interessa solo quello mentre non ci interessa minimamente sapere dove e come è fatto quello che mangiamo, cosa contiene, quanta strada ha percorso per arrivare fino a noi o se dà da vivere al contadino che lo ha prodotto.

Il problema principale è la consapevolezza.

Viviamo in un mondo in cui la limonata è costituita da aromi artificiali mentre la cera per i mobili è costituita da limoni veri.
(Alfred E. Newman)

Quality over quantity.

A presto,

Alessandra.

Se vuoi sapere chi sono, visita il mio sito o la mia pagina Facebook.

📌http://www.nutrizionistarenzi.it/

Legumi, sicuri che siano uguali alla carne?

 

Non mangio la carne ma mangio i legumi, che tanto… è uguale.”

Su la mano chi almeno una volta, nella sua vita, ha sentito questa frase… 🙋

Scusa Ale, ma i legumi non erano un contorno? Comunque se in passato venivano chiamati “la carne dei poveri”, un motivo ci sarà. No? Ma poi, in tutto questo…quali sarebbero di preciso i legumi? 🤔

I più comuni sono fave, ceci, piselli, lenticchie, lupini, soia e fagioli.

Sebbene spesso vengano impropriamente utilizzati come contorno, essi costituiscono una vera e propria riserva di proteine.

Nell’articolo di oggi vedremo se è possibile utilizzarli al posto di carne, pesce, o uova senza rischiare squilibri nutrizionali.

Partiamo dal quantitativo proteico.

Guardando la tabella notiamo che 100 gr di legumi secchi apportano dai 20 ai 35 gr di proteine circa.

Se consideriamo che in una bistecca da 100 gr troviamo dai 22 ai 25 grammi di proteine circa mentre pollo e tacchino si attestano sui 20-23 grammi, da questo punto di vista, considerando che 100 gr di legumi secchi corrispondono a 250 gr di legumi in barattolo, sembrerebbero esserci poche differenze.

Sfortunatamente, da un punto di vista qualitativo, fatta eccezione per la soia, i legumi sono carenti di 2 amminoacidi essenziali: metionina e cisteina.

Perché dico sfortunatamente? Perché in fisiologia della nutrizione vale la regola dell’amminoacido limitante.

Che vuol dire?

Facciamo una premessa…

🔹 le proteine sono costituite da mattoncini chiamati amminoacidi;

🔹 quando le proteine vengono assunte dagli alimenti, l’organismo, tramite particolari reazioni, provvede a scomporle nei singoli amminoacidi;

🔹 un regime alimentare equilibrato, per poter essere definito tale, deve essere in grado di fornire all’essere umano tutti gli amminoacidi essenziali, ovvero, degli amminoacidi che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare e che vengono ricavati dalla digestione degli alimenti.

Gli amminoacidi essenziali sono otto:

triptofano, fenilalanina, lisina, metionina, treonina, valina, leucina, isoleucina; gli ultimi tre, a motivo della loro particolare struttura che forma delle ramificazioni vengono detti amminoacidi ramificati (i famosi BCAA, acronimo che sta per Branched Chain Amino Acids). Nei bambini, anche se non tutti gli autori concordano, risulterebbero essenziali anche l’arginina e l’istidina.

Con amminoacido limitante si intende quell’amminoacido essenziale presente nella concentrazione più bassa che impedisce il totale assorbimento di tutti gli altri amminoacidi presenti nell’alimento.

Non vi siete mai chiesti come mai alcune proteine vengano definite nobili rispetto ad altre?

Tanti più amminoacidi essenziali sono presenti in una determinata proteina tanto più la proteina acquista un certo valore biologico.

Proprio per questo motivo, per la presenza di tutti i vari aminoacidi essenziali, la qualità proteica degli alimenti di origine animale è superiore rispetto alle proteine di origine vegetale, come ad esempio i legumi, dove abbiamo carenza di uno o più amminoacidi essenziali.

Pour parler, la proteina con più alto valore biologico la troviamo nelle tanto demonizzate uova. Da scegliere possibilmente senza Fipronil e bio con codice 0IT.

Quindi Ale, fammi capire… se nei legumi mancano 2 amminoacidi, quelli che tu chiami limitanti, io non riesco ad assorbire bene tutti gli altri ed è come se non avessi tutti i mattoncini necessari per costruire le proteine di cui ho bisogno??

Esattamente.

La soluzione sta nel combinare diversi tipi di proteine vegetali, ad esempio, cereali e legumi nella proporzione 1/3 legumi con 2/3 cereali.

Il tutto ha un effetto sinergico: gli amminoacidi di cui sono carenti i cereali verranno forniti dai legumi e viceversa.

Ti faccio qualche esempio: riso e piselli, mais e fagioli, pasta e ceci, riso e tofu, tortillas e fagioli, pane e hummus di ceci… non è fondamentale che siano nello stesso piatto ma è importante che vengano consumati nello stesso pasto.

Quindi, ricapitolandoi legumi possono sostituire la carne?

Non da soli. Occorre consumarli in combinazione con i cereali per sfruttarne l’effetto sinergico a livello amminoacidico e rendere l’insieme capace di sopperire alle necessità proteiche dell´organismo; soprattutto se parliamo di soggetti vegetariani, vegani o sportivi.

Come diceva La Rochefoucoult “Mangiare è una necessità, mangiare intelligentemente è un’arte”.

Ti auguro una buona settimana.

Alessandra

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