L’acne è uno dei più comuni problemi dermatologici che affligge milioni di giovani (ed adulti) in tutto il mondo.
Non mi riferisco ai 4 brufoletti che spuntano sporadicamente, mi sto riferendo ad un processo infiammatorio che impatta sia a livello fisico che psicologico la vita di molte persone.
Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, c’è da dire che oggi le terapie o i trattamenti possibili sono diversi; nel medioevo saremmo potuti finire sul rogo con la semplice ipotesi che potesse trattarsi di qualche malattia infettante e altamente contagiosa, tipo la lebbra.
Se poi vogliamo vedere il bicchiere totalmente pieno dobbiamo considerare che possiamo fare molto anche con l’alimentazione.
Questa, infatti, influenza uno o più dei quattro fattori fondamentali all’eziopatogenesi (leggi: comparsa) dell’acne: iperproliferazione dei cheratinociti, aumento della produzione di sebo, colonizzazione da parte del Propionibacterium acnes ed infiammazione.
The only disability in life is a bad attitude. – Scott Hamilton
Vediamo insieme cosa dovremmo mangiare o evitare per sconfiggere questa problematica.
- Evita gli alimenti ad alto indice glicemico (IG).
La differenza nell’incidenza dell’acne tra le società più primitive e le società moderne ha suggerito una possibile correlazione tra questa dermatosi infiammatoria e l’indice glicemico degli alimenti; ovvero un valore che esprime quanto un alimento o un pasto sia in grado di innalzare il livello di zuccheri nel sangue.
Senti, ma non era il cioccolato che faceva venire i brufoli?! Adesso che c’entra l’indice glicemico?!
La colpa è dell’insulina. Un indice glicemico elevato, aumenta i livelli sierici di insulina la quale, a sua volta, mediante l’innalzamento degli androgeni e un aumento dell’IGF-1, un fattore di crescita insulino-simile, stimola la proliferazione delle cellule sebacee e la produzione di sebo. L’instaurarsi di una condizione di insulino resistenza, oltre ad aumentare la produzione di sebo, può anche peggiorare l’infiammazione e, di conseguenza, l’acne. Insulin is the acne best friend insomma.
In chi adotta una dieta a basso IG sarà possibile invece riscontrare:
- una diminuzione delle lesioni infiammatorie e non-infiammatorie della pelle pari al 28%
- un cambiamento delle dimensioni delle ghiandole sebacee
- un miglioramento rilevante sia dal punto di vista clinico che istopatologico
- migliore sensibilità insulinica
- riduzione dei livelli di androgeni.
Come fare: evita gli zuccheri semplici, i dolci, i carboidrati raffinati (pane, pasta, crackers e affini) e le bevande zuccherate. Privilegia il consumo di cereali in chicchi come orzo, riso integrale, miglio, farro e grano saraceno. Evita accuratamente i distributori, la frutta sciroppata o candita. Aumenta la quota di frutta, verdura e prodotti integrali.
- Cautela con latte e latticini.
La colpa in questo caso è dell’IGF-1, la componente del latte che stimola maggiormente l’unità pilo sebacea, la proliferazione dei cheratinociti e la cui concentrazione nel sangue correla positivamente con le lesioni infiammatorie. Più IGF-1, più lesioni.
Latte e latticini vanno inoltre a stimolare un complesso enzimatico che funge da potente stimolatore dell’iperinsulinemia.
L’associazione tra acne e latte o prodotti caseari potrebbe quindi esserci. Non bisogna dimenticare, però, che questa rilevazione è stata fatta per mezzo di questionari ed autovalutazioni; la sua veridicità è da prendere “con le pinze”. L’American Academy of Dermatology è dello stesso parere.
Per quanto riguarda lo yogurt invece, non sono state evidenziate correlazioni statisticamente rilevanti; anzi, alcuni autori ipotizzano che il processo di fermentazione del latte ad opera dei lattobacilli sia in grado addirittura di diminuire i livelli di IGF-1.
- Vitamina A e Vitamina D. Go for it!
La vitamina A, inseme alla vitamina D, giocano un ruolo fondamentale nella salute della pelle ed hanno un effetto antiproliferativo sui cheratinociti . La vitamina D ne regola inoltre la crescita e la differenziazione.
Le principali fonti sono latte, prodotti caseari, uova, fegato, carote e zucca.
Prima di ricorrere agli integratori, chiedete consiglio al vostro medico!
- Via libera agli omega 3.
Che gli omega 3 abbiano un effetto anti-infiammatorio, ormai, lo sanno anche i muri. Quando però questi acidi grassi, dopo essere stati marcati radioattivamente, sono stati ritrovati per il 46% associati ai lipidi della pelle e del mantello di alcuni Guinea Pig, la cosa si è fatta ancora più interessante. Essi infatti, riducendo la produzione di citochine infiammatorie, inibendo la conversione dell’acido arachidonico, loro precursore in LTB4 – una sostanza che regola la produzione di sebo, ed abbassando anche i livelli di IGF-1 hanno un effetto decisamente terapeutico.
Li troviamo nel salmone, pesce azzurro, alghe, semi di lino e noci.
- Cioccolato ed acne. Verità o mito?
Dulcis in fundo. Il cioccolato non fa venire l’acne.
L’esperimento, sebbene discutibile, coinvolse 65 persone. Ad alcuni vennero date barrette al cioccolato, ad altri barrette senza cioccolato. Dopo 4 settimane le differenze fra i gruppi a livello di acne non erano rilevabili.
Vi dirò di più, contenendo antiossidanti, il cioccolato fondente potrebbe alleviare i sintomi dell’acne coadiuvando la risposta antinfiammatoria. Così come la vitamina A, vitamina E, selenio ed il tè verde che, per il suo contenuto in catechine, sembrerebbe inoltre ridurre la produzione di sebo.
Cioccolato (fondente), per la gioia di molti, assolto!
E quindi?? Dai, queste cose si sanno su, adesso, piuttosto, dimmi di quel frutto miracoloso che cresce alle falde del Kangchenjunga e che appena lo mangi fa sparire tutti i brufoli..
Sorry man. Se proprio ci tieni potrei rifilarti un qualche superfood cinese puntando sull’effetto placebo ma la realtà, sfortunatamente, è un’altra: non esistono alimenti miracolosi per l’acne.
Esistono solo buone abitudini e scelte oculate.
Banale? Forse.
O forse, se indagassi su quanti di noi mangiano cibi integrali, assumono la giusta dose di omega 3 e non zuccherano il caffè, forse, e dico forse, di banale non resterebbe poi molto.
Se continui a fare quello che hai sempre fatto, continuerai ad ottenere ciò che hai sempre avuto. – Warren G. Bennis
La questione è ancora aperta, tuttavia, visto che una dieta a basso indice glicemico, ricca in frutta e verdura, omega 3 e cereali integrali, non ha particolari controindicazioni e mal che vada, può sempre funzionare come dieta anti infiammatoria, proteggere da patologie cardiovascolari, dal diabete di tipo II e perfino dall’obesità…
It’s worth a try! Isn’t it?
Buona Domenica,
Alessandra