Dieta e ristorante: istruzioni per l’uso.

 

Chi lo ha detto che stare a dieta vuol dire rinunciare ad una cena fuori o alla vita sociale?

Oggi una preziosissima serie di consigli per fare i bravi, anche al ristorante.

  • Scegli con cura il ristorante

Sembrerà banale, ma il posto che sceglierai rispecchierà il cibo che mangerai. 🤗Potresti anche consultare il menù on line per evitare che l’odore del cibo nell’aria ti confonda troppo le idee.

  • Non uscire affamato

Ok, se vai al ristorante vai per mangiare, siamo d’accordo…  in ogni caso, sgranocchiare qualche verdura o mangiare una mela o uno yogurt prima di uscire farà sì che quando prenderete in mano il menù,  non saranno i morsi della fame a gestire il vostro ordine.

  • Bevi. Acqua.

Bere acqua prima di iniziare a mangiare è un ottimo modo per iniziare il pasto.

Uno studio svolto qualche anno fa ha mostrato che, chi beveva 500 ml di acqua mezz’ora prima del pasto, riusciva a mangiare meno e perdeva, rispetto al gruppo di controllo, fino al 44% in più in termini di peso.

Soprattutto poi se la scegliamo in sostituzione di bevande come la coca cola che contengono 35 gr di zucchero per lattina da 33 cl.

Se non avete idea a quanto corrispondano 35 grammi di zucchero, vi dico che una bustina di zucchero, di quelle che si usano al bar per zuccherare il caffè, normalmente ne contiene quattro o cinque grammi… fate voi i calcoli.

  • Interroga il cameriere

Perché, lo possiamo dire; mangiare etnico fa figo ma sapere quello che stai mangiando ancora di più.

Oltre a girare alla larga da termini come infarinato, cremoso, farcito, ripieno, croccante e glassato; considerando anche che sul menù potreste trovare dei nomi assurdi con ingredienti improbabili, nel dubbio, chiedi.

Domandare è lecito, rispondere è cortesia, mettere in crisi il cameriere è un attimo.

  • Nel dubbio, scegli le proteine.

Tra un piatto di pasta ed una grigliata di carne; meglio la carne.

Tra un piatto di pasta ed un’insalatona con la feta o formaggi magri; meglio l’insalatona.

Tra un piatto di pasta ed un pesce al forno; meglio il pesce.

Tra un piatto di pasta ed il fugu (meglio noto come pesce palla), piatto particolare della tradizione gastronomica giapponese; meglio le lasagne.

Attenzione infatti alle particolarità troppo particolari.

Non sottovalutate il pesce palla. Non sopravvalutate il cuoco.

Il fugu può infatti risultare letale se alcune parti tossiche del corpo non vengono adeguatamente rimosse. La sua vendita in Italia è proibita dal 1992 mentre è più facile reperirlo se siete in Giappone.

Se ve lo offrono in Italia, le alternative sono 2: o vi stanno prendendo in giro, oppure sono persone che si basano sul contrabbando. In entrambi i casi, meglio stare alla larga.

  • Ordina prima di tutti

Quante volte sei arrivato al momento dell’ordinazione con due scelte in testa?

“Allora, se gli altri ordinano pizza e birra mi prendo l’Hamburger con pancetta uova e doppia maionese, se prendono la grigliata faccio grigliata anche io… Si dai..  – Ragazzi voi che prendete?”

In situazioni sociali, le persone tendono inconsapevolmente ad imitarsi l’un l’altro.

“E’ molto pericoloso ascoltare. Se si sta ad ascoltare si può farsi convincere, e un uomo che si lascia convincere da un’argomentazione è una persona assolutamente irragionevole.” – Oscar Wilde

Proprio per questo motivo, fai la tua scelta ed assicurati di ordinare per primo.

  • Salse e condimenti? On the side.

Le salse ed i condimenti possono aggiungere molte calorie extra al vostro piatto.

Ad esempio, due cucchiai di salsa caesar per la vostra sanissima insalatona apporteranno un extra di 140 calorie con 16 grammi di lipidi omaggio.

Chiederle separate vi aiuterà a controllarne la quantità.

  • Sharing is caring.

Uno studio condotto su persone che hanno perso peso con successo (e non lo hanno ripreso), ha dimostrato che spesso, quando mangiavano fuori, ordinavano una mezza porzione o condividevano il piatto con qualcuno.

E ‘un modo semplice per ridurre le calorie, evitare rinunce e prevenire l’overeating.

  • L’eccezione conferma la regola. 

Non siamo perfetti (per fortuna, aggiungerei).

Ci saranno giorni in cui vorrai mangiare il tuo cibo preferito, per il puro gusto di mangiarlo, senza  preoccuparti se sia sano o meno.

Se durante la settimana hai seguito il tuo piano alimentare e non hai avuto sgarri particolari; ok, go for it! 

Un pizzico di flessibilità in più e di libertà mentale per almeno un pasto la settimana, ti aiuterà, nel lungo termine, a seguire meglio la dieta.

La scienza lo conferma.

Mangiare bene e sano senza particolari rinunce non è impossibile.

Stare a dieta non vuol dire dire “NO” a tutto, vuol dire trovare le giuste strategie per non privarsi di nulla. 😉

A presto.

Alessandra.

 

📌 http://www.nutrizionistarenzi.it/

 

 

 

Latte scremato o latte intero? Questo è il dilemma.

 

Altro che dubbi amletici. Davanti agli scaffali dei supermercati di tutto il mondo, ogni giorno, milioni di persone si interrogano: meglio il latte intero o quello scremato? 🤔

Il gusto dice intero, la testa scremato.

La questione è meno banale di quel che si potrebbe pensare. Poi si sa, tra i due litiganti il terzo gode e si sceglie il parzialmente scremato.

Tra i tre prodotti l’unica differenza sostanziale è quella che riguarda le percentuali di grasso: il latte scremato ha infatti un contenuto di grassi ridotto rispetto al parzialmente scremato che, a sua volta, è più magro dell’intero. 

Se così suona complicato facciamo una rapida classificazione :

– Latte intero: il tenore in materia grassa è uguale o superiore a 3,5%;
– Latte parzialmente scremato: il tenore in materia grassa è compreso tra 1,5% e 1,8%;
– Latte scremato: il tenore in materia grassa non è superiore a 0,3%;

Nessuna differenza, invece, nel contenuto di calcio. In tutti i casi sono presenti circa 1200 mg/l di calcio.

Valori Nutrizionali per 100 ml  

Latte intero

Latte parzialmente scremato  

Latte scremato

Kcal 64 47 34
Lipidi 3,5 1,6 0,8
Proteine 3,3 3,2 3,3
Carboidrati 4,7 4,9 4,9

Il latte intero, da ormai diversi anni, viene abbandonato sugli scaffali per principalmente due motivi:

– la demonizzazione dei grassi

– il conteggio calorico degli alimenti.

Ironico notare però che, insieme alla diffusione dei prodotti light, l’obesità ed il diabete di tipo 2 hanno avuto una diffusione spropositata.

In più, secondo uno studio svolto su 3000 soggetti, pubblicato a Marzo sulla rivista Circulation,  chi consuma latte intero ha il 46% in meno di possibilità di ammalarsi di diabete del tipo 2 e diminuisce il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari.

Frena un attimo. Mi stai dicendo che i prodotti light in realtà fanno ingrassare, predispongono al diabete ed il latte intero sale sul podio come scelta più salutare..? C’è qualquadra che non cosa.

Come è possibile?

Le argomentazioni a sostegno del latte intero sono diverse.

🔸 I grassi, favorendo il senso di sazietà, evitano di consumare cibo in eccesso durante il giorno.

🔸Le persone dopo aver scelto un alimento fat free o light ne consumano di più. Ricordi quando ti ho parlato del lato oscuro dei prodotti dietetici?? 😅

🔸Il latte intero, rispetto il latte scremato, apporta fino a 3 volte più vitamina D, una vitamina liposolubile utile non solo per la salute delle ossa ma anche per la prevenzione del declino cognitivo negli anziani, della sclerosi multipla, artrite reumatoide, diabete ed alcune neoplasie (seno, colon rettale e prostata). Alcuni studi hanno inoltre mostrato una stretta correlazione tra obesità e deficit di Vit D.

Attenzione alla scelta.

Non tutti i grassi sono uguali. Ricordate quando vi dicevo che far vivere gli animali in condizioni serene (e non pensare solamente al loro sfruttamento) si riflette in maniera diretta sulla qualità dell’alimento?

[Se non ve lo ricordate leggete qui]

Visto che l’alimentazione delle mucche ha un effetto determinante sulla qualità del latte prodotto, alcuni  ricercatori del Washington State University’s Center for Sustaining Agriculture and Natural Resources (meglio noto come CSANR), hanno analizzato nell’arco di 18 mesi 384 campioni di latte intero, sia biologico che convenzionale. Sapete cosa hanno scoperto? A parità di acidi grassi totali, rispetto al latte normale, quello derivante dalle mucche libere di pascolare contiene più omega-3 (+65%) e fino al 25% di omega-6 in meno.

Sapete la frase “L’uomo è ciò che mangia”?. Ecco. Vale anche per le mucche. 🌱🐮

Se non siete sicuri riguardo il tipo di allevamento e se il prodotto sia o meno biologico sceglietelo parzialmente scremato. Inutile assumere dei grassi se l’animale non si è nutrito bene.

Senti ma dimmi una cosa, il latte non era il male del secolo insieme al glutine? Adesso non solo dovrei prenderlo ma dovrei prenderlo pure intero?! No sai, perché io ho un app sul telefono e appoggiando il dito sullo schermo mi ha detto che sono assolutamente intollerante al lattosio… che devo fare?  

Immaginavo già un pensiero del genere. Ad oggi, in assenza di particolari disturbi, non ci sono evidenze per escludere questo alimento dalla nostra dieta; l’importante è non abusarne. Anyway, se sei curioso di approfondire questo tema e vuoi fare chiarezza sui punti più dibattuti e sulle presunte criticità ti lascio il link ad un articolo del Fatto Alimentare.

In più, se ogni volta che assumi il latte provi dei fastidi, per investigare una eventuale intolleranza non affidarti ad un test qualsiasi. Chiedi consiglio al tuo medico ed opta per un test diagnostico validato come, ad esempio, il Breath Test.

 Buona Domenica,

Alessandra

 

📌 Sei curioso di approfondire determinati argomenti o tematiche specifiche? Scrivilo nei commenti!;)

Photo credit: Rodolfo Loaiza Ontiveros

 

Vuoi dimagrire? Devi mangiare di più!

 

Cos’è la prima cosa che facciamo quando ci mettiamo in testa di dimagrire?

Iniziamo a tagliare.

✔️ Via i carboidrati.

✔️ Via i grassi.

✔️ Via gli zuccheri.

✔️ Via gli spuntini.

✔️ Via la nonna.

Va be Ale scusa…se per dimagrire 2 Kg al mese bisogna tagliare 500 Kcal al giorno. Per bruciare un Kg di grasso si devono bruciare 7000 Kcal. 6×7: 42, più due 44, io per non sbagliare taglio 1000 Kcal al giorno, ancora meglio no?

Non proprio.

Il rischio è quello di danneggiare il tuo metabolismo.

Il problema è lo stesso delle diete lampo. Ricordi l’articolo?

Ok, non mangerai solo carote ma saltare la colazione, mangiare una galletta a pranzo ed una scatoletta di tonno a cena, non migliora di molto le cose.

Alcuni ricercatori hanno pubblicato uno studio sul New England Journal of Medicine: dopo aver seguito alcuni uomini e donne che avevano perso peso attraverso una dieta molto drastica, essi hanno scoperto che i tassi metabolici dei partecipanti ed i loro livelli ormonali erano a terra. Questo anche dopo un anno dal raggiungimento dell’obiettivo.  😱

Ed ecco che la frase: “Si, ho fatto la dieta, fantastica, ho perso 20 Kg in un mese. Però poi ho smesso e li ho ripresi tutti. Con gli interessi.”, risuona spesso fra i dieters incalliti.

Oppure “Non mangio niente eppure non dimagrisco.” Suona familiare?

Spesso ci dimentichiamo che tutti, anche chi pensa di avere un metabolismo morto, abbiamo un tasso metabolico a riposo; ovvero, un dispendio calorico giornaliero dato dall’energia che i nostri corpi bruciano per respirare, pensare, far battere il cuore. E con far battere il cuore non intendo innamoramenti o robe del genere in stile S. Valentino. 😏

Se il nostro apporto calorico è inferiore al nostro metabolismo basale, che varia dalle 1.200  alle 1500 Kcal per la maggior parte delle donne, e tra le 1500 e 2000 per gli uomini, ecco che il corpo è costretto ad adattarsi ad un tasso metabolico più basso. Praticamente si gioca al ribasso.

Meno dai, meno il corpo brucia.

In questo modo, perdere peso diventa terribilmente difficile mentre, riprenderlo, ahimè, terribilmente facile.

Dura lex. Sed lex.

Cosa fare?

👉Valuta il tuo metabolismo basale. Puoi calcolarlo qui.

Prendi per vero (ma con le pinze – è pur sempre una stima teorica) il primo risultato, ottenuto con la formula di Harris & Benedict.

Se ne hai la possibilità effettua una BIA (analisi bioimpedenziometrica) o una DEXA, sarà sicuramente più affidabile.

👉Valuta quante calorie assumi ogni giorno facendo un diario alimentare. Puoi aiutarti con MyfitnessPal, Fat secret, my net diary ecc ecc.

Se effettivamente ti ritrovi in questa condizione, l’unica soluzione, per quanto possa sembrarti assurdo è mangiare di più.

Scegli cibi più semplici e ricchi di nutrienti, tra cui frutta, verdura, cereali integrali, noci, proteine e legumi.

Inizia aumentando l’assunzione di cibo ogni giorno da 200 a 300 calorie. Questo potrebbe significare mangiare uno spuntino extra al giorno, niente di impossibile. Vedi come risponde il tuo corpo.

Ricorda sempre che l’obiettivo non dovrebbe essere quello di veder scendere la bilancia – quello che perdo perdo, basta che perdo.

L’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di preservare la massa magra, potenziare il metabolismo e perseguire il benessere.

Tutto il resto verrà da sé.

Ad maiora.

Buona Domenica

Alessandra.

 

 

 

 

 

 

Tè verde: Elisir di lunga vita.

 

Ogni medicina cura una particolare malattia ma il Tè è la medicina che cura qualsiasi malattia”, ipse dixit Chen Zang, un famoso farmacista cinese vissuto durante la dinastia Tang.

Praticamente un super-food. Talmente importante che in Cina fu istituito il cosiddetto “Tributo del Tè”: ogni anno un quantitativo di tè piantato e raccolto doveva essere destinato all’Imperatore e al suo utilizzo personale.

Cavoli, ma davvero è così importante?! 🤔

Anche il Re Gustavo III di Svezia si pose la tua stessa domanda. Allora fece un esperimento. Per risolvere la questione tra assertori e detrattori dei poteri curativi del tè egli propose a due ergastolani di commutare la loro pena: per un periodo di due mesi, uno avrebbe dovuto bere ben 15 tazze al giorno di tè, l’altro altrettante di caffè.

Sai come andò a finire?

Non lo so, pochi giorni dopo il suo inizio, i medici che ne seguivano lo sviluppo morirono di morte naturale e, subito dopo, il re Gustavo III di Svezia fu assassinato da una congiura di nobili. E va beh, c’est la vie.

Torniamo a noi. L’ 80% del Tè consumato al mondo è Tè nero mentre il 20% è Tè verde.

Cosa cambia? Il colore delle foglie? No, cambia il tipo di lavorazione mentre la pianta di origine è sempre la stessa – Camellia sinensis.

Il tè nero è infatti trasformato attraverso la fermentazione, mentre per la lavorazione del tè verde si evita questo tipo di processo. Come risultato, il tè verde mantiene la massima quantità di antiossidanti e polifenoli, le sostanze che conferiscono al tè verde le sue numerose proprietà. Fino a 6 volte di più rispetto al tè nero.

“Non scegliere mai il tuo tè in fretta perché poi te lo devi bere” (Anonimo)

Questo tipo di tè, oltre a contenere vitamine del gruppo B, acido folico, manganese, potassio, magnesio, caffeina è ricco di antiossidanti: sostanze che possono ridurre la formazione di radicali liberi nel corpo, proteggendo le cellule e le molecole da danni.

[Piccola nota: quando dico radicali liberi non mi riferisco a personaggi politici a piede libero. 🤗 Con questa parola si indicano un gruppo di molecole particolarmente reattive che contengono almeno un elettrone spaiato nel loro orbitale più esterno. A causa di questa caratteristica chimica, i radicali liberi sono altamente instabili e cercano di tornare all’equilibrio, rubando, all’atomo vicino l’elettrone necessario per pareggiare la propria carica elettromagnetica.

Questo meccanismo dà origine a nuove molecole instabili, innescando una reazione a catena che, se non viene arrestata in tempo, finisce col danneggiare le strutture cellulari.
Essi hanno quindi un ruolo chiave nel processo di invecchiamento e di genesi di diversi tipi di malattie.]

Uno dei più potenti composti nel tè verde è l’antiossidante epigallocatechina gallato (EGCG), che è stato studiato per il trattamento di varie malattie e può essere uno dei motivi principali per cui il tè verde ha così potenti proprietà medicinali.

Una di queste? Abbassa il rischio di mortalità e ti aiuta a vivere più a lungo.

“Predicatore: Ricordati che devi morire!
Mario: Come?
Predicatore: Ricordati… che devi morire!
Mario: Va bene…
Predicatore: Ricordati che devi morire!
Mario: Sì, sì… no… mo’ me lo segno…”

– Non ci resta che piangere

Per ora la morte sembrerebbe un fatto inevitabile 😅, tuttavia, il tè verde, ha mostrato proprietà interessanti a riguardo.

In uno studio di 40530 adulti giapponesi, coloro che bevevano il tè verde – 5 o più tazze al giorno – avevano significativamente meno probabilità di morire nel corso di un periodo di 11 anni.

Per quanto riguarda le malattie cardiache: mortalità ridotta del 31%nelle donne e del 22% negli uomini.

Per quanto riguarda l’ictus: mortalità ridotta di un 42% nelle donne e del 35% negli uomini.

Come assumerlo?

Come bevanda o come integratore in capsule. L’effetto stimolante dell’infuso risulta massimo per un tempo di infusione breve. L’infusione prolungata determina, invece, una maggiore estrazione di tannini che, a loro volta tendono a legare la caffeina che è così assorbita in maniera minore.

Per non distruggere parte dei principi attivi del tè verde, meglio non versare nella tazza o nella teiera acqua bollente ma di qualche grado inferiore (circa 80°) e lasciare in infusione per non più di 2-3 minuti.

Vuoi sentirti più english e mettere il latte nel tè? Pessima idea.

Le proteine del latte, complessandosi con i polifenoli di questa bevanda ne annullano l’effetto antiossidante. Lo dimostrano qui ed anche qui.

Quindi? Overdose di tè verde?

E’ possibile bere alcune tazze di tè al giorno senza avere, nella maggior parte dei casi, effetti collaterali. Mentre è più facile “esagerare” con gli estratti concentrati e raggiungere dosi elevate che possono causare l’insorgenza di effetti avversi (disturbi gastrointestinali, insonnia, agitazione, mal di testa, palpitazioni)ed interferire con alcuni farmaci

E’ bene inoltre evitare il tè verde in gravidanza poiché esso riduce l’effetto dell’acido folico, sostanza indispensabile per diminuire il rischio di spina bifida e di parto prematuro.

In più, oltre alle catechine, tra cui l’EGCG, il tè verde contiene numerose sostanze come ad esempio di flavonoidi, alcaloidi, saponine e tannini. Proprio questi ultimi interferiscono con l’assorbimento e la biodisponibilità del ferro. Quindi è importante ricordare di non assumere integratori a base di ferro in concomitanza con tè verde (soprattutto con estratti concentrati).

Senti ma, parlando di cose importanti, il tè verde non aiutava anche a bruciare il grasso?

 Delle proprietà del tè verde  magari ne parliamo un’altra volta.. Che dici? 😉

A presto,

Alessandra